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Il padre dell’arte moderna al Complesso del Vittoriano

"Cézanne e gli artisti italiani del ’900"

Nel 1908 Ardengo Soffici espresse le vive emozioni che gli erano state trasmesse dalla pittura di Cézanne in un articolo pubblicato sulla rivista senese "Vita d’Arte": da allora il maestro francese in Italia divenne termine di confronto per gli artisti che intendono indagare le istanze più innovative della cultura europea. Se da un lato fu avvertito come un innovatore, padre del cubismo e dell’arte pura, dall’altro fu ritenuto un classico, vicino ai grandi esempi della nostra tradizione.

Roberto Longhi, nel 1914, aveva definito Cézanne "il più grande artista dell’era moderna". Egli è ritenuto esemplare per la corrusca originalità della produzione giovanile, per la particolare partecipazione all’esperienza impressionista, per la consistenza plastica e volumetrica della produzione matura, oltre che per la sorprendente liberazione del colore verso allusività simboliche, quando, nell’estrema maturità, la nozione del reale si mescola a una drammatica ansia di eterno. Ma se il primo ad avere divulgato l’opera dell’artista è stato Soffici, un rapporto palpabile con Cézanne si può individuare nella maggior parte degli alfieri della nostra avanguardia, da Umberto Boccioni a Carlo Carrà, da Giorgio Morandi a Gino Severini, fino ad arrivare ai maestri dell’astrattismo.

Fino al 2 febbraio 2014 il Complesso del Vittoriano (via San Pietro in Carcere) ospita la grande mostra "Cézanne e gli artisti italiani del ’900", per rileggere alla luce dell’influsso cézanniano diversi aspetti dell’attività dei protagonisti del Novecento artistico italiano: gli anni della formazione di Morandi, la conclusione dell’esperienza futurista di Boccioni, l’intensità emotiva di Carrà, la precisa attenzione per la costruzione delle nature morte in De Pisis, lo spazio volumetrico di Sironi, lo straordinario lavoro figurativo di Capogrossi, la ricerca di una drammatica verità di Pirandello. Gli artisti italiani partono dal segno di Paul Cézanne, tradizionalmente definito "padre dell’arte moderna", che penetra nel nostro paese dai primi anni del secolo scorso, sia nutrendo la creatività dei protagonisti, sia esercitando un’influenza a livello diffuso. La mostra ci consente di indagare quanto l’esempio cézanniano, mescolato ad altre suggestioni e complicato dall’attrazione per Picasso e il cubismo, sia stato fruttuoso per gli artisti italiani, come siano stati capaci di trasformarlo in connotazioni originali, riflesso del vigore delle singole personalità, oltre che specchio di specifici aspetti della nostra storia culturale.

Anche in alcuni dei protagonisti della "Scuola romana", da Francesco Trombadori ad Antonio Donghi e Riccardo Francalancia, aleggia ancora il gusto volumetrico di Cézanne, la capacità di rendere oggetti e paesaggi con la saldezza del suo colore, la sua inconfondibile energia plastica. Lo stesso Fausto Pirandello dipingeva mele e bagnanti di stampo cézanniano fin dagli anni della sua giovinezza, e sarà sempre connotato dall’adesione agli aspetti più impervi dell’arte di Cézanne, disposto, come il maestro, a sacrificare l’idea di una bellezza convenzionale all’individuazione di una drammatica verità.

L’esposizione – sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana - raccoglie cento opere (di Cézanne, Morandi, Carrà, Boccioni, Severini, Sironi, Capogrossi e numerosi altri) e vanta la collaborazione e il supporto di numerosi musei di grande prestigio: The State Hermitage Museum, San Pietroburgo; Musée d’Orsay, Parigi; Fondazione Collezione E.G. Bührle, Zurigo; Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand, San Paolo del Brasile; Musée Granet, Aix-en-Provence; National Gallery of Victoria, Melbourne; The Art Gallery of Ontario, Toronto; Szepmuveszeti Muzeum, Budapest; Virginia Museum of Fine Arts, Richmond; Museo Morandi, Bologna; MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto; Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale; Galleria Nazionale d'arte moderna e contemporanea, Roma; Museo del Novecento, Milano; Musei Vaticani, Città del Vaticano; GAM - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Galleria d’Arte Moderna, Milano; Museo d'arte moderna e contemporanea "Filippo de Pisis", Ferrara.

La curatrice della mostra, la storica dell’arte Maria Teresa Benedetti, si è avvalsa di un prestigioso comitato scientifico composto da Denis Coutagne, Rudy Chiappini e Claudio Strinati. Nel catalogo, edito da Skira, saggi anche di Maria Cristina Bandera, Fabrizio D’Amico e Alain Tapié, già direttore del Musée des Beaux-Arts de Lille.

La rassegna è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando.

di Cinzia Dal Maso

10 ottobre 2013

 

 

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