| 
Felice Scifoni, letterato e patriota 
Felice 
Scifoni era nato a Roma nel 1802. Divenuto notaio, si affiliò alla Carboneria. 
Fu socio dell’Accademia Tiberina, che aveva tra i fondatori Giuseppe Gioachino 
Belli, di cui divenne amico. Fu arrestato per aver partecipato, in Romagna, ai 
moti del 1831. Due anni dopo fu costretto ad andare esule a Firenze, dove 
partecipò alla stesura del "Dizionario biografico universale" dell’editore 
Passigli. Qui sposò Ida Botti (1812 – 1844), una valente pittrice allieva di 
Giovanni Salvagni, specializzata nei generi dei ritratti e delle nature morte. 
Ritrasse alcune nobildonne, tra cui Maria Mercede di Bonilla e Matilde 
Bonaparte, figlia di Gerolamo Re di Vestfalia, fratello di Napoleone, consorte 
dal 1841 del principe e collezionista Anatolio Demidoff. Il suo autoritratto è a 
Palazzo Pitti. Nel 1846, grazie 
all’amnistia di Pio IX, Scifoni poté tornare nella sua città. Nel 1849 fu 
Deputato alla Costituente romana e il suo sostegno alla Repubblica fu così 
deciso che dopo la restaurazione del governo pontificio dovette andare in esilio 
in Francia. Non ci rimase molto, a causa della sua ferma opposizione a Napoleone 
III. Si trasferì a Torino e collaborò con Maurizio Guigoni e con la sua Società 
editrice italiana, pubblicando opere di esponenti democratici di spicco. Nel 1866, sebbene 
versasse in ristrettezze economiche, rifiutò una cattedra universitaria per non 
prestare giuramento alle istituzioni monarchiche. Infatti, ancora nel 1876 si 
dichiarava mazziniano. Tornò a Roma dopo 
la breccia di Porta Pia. Nel 1871 scrisse una storia dell’Italia antica e, dopo 
il 1873, ottenne l'ufficio di bibliotecario del municipio. Morì nella sua 
città nel 1883. di
Cinzia Dal Maso 
28 novembre 2012 |