L’atrio
di Canonica è ornato da 22 colonne di marmo di Baveno, rilievi in
bronzo sulle 6 porte laterali e cornici in marmo policromo. E’
chiuso da cinque cancellate dalle suggestive decorazioni in stile
floreale, opera di Alberto Gerardi, come anche i lampioni sulla
strada e i lumi in ferro battuto dell'interno.
I tre
rilievi in bronzo sulla sinistra, dello scultore siciliano Benedetto
D'Amore, ispirati alla lavorazione dei campi e ai mestieri,
raffigurano l'aratura, la raccolta e la lavorazione del ferro.
Quelli sulla destra, di Guido Calori, hanno per tema il lavoro
umano.
Dall'atrio si accede allo Scalone di rappresentanza, dalle eleganti
linee settecentesche, progettato dal Cavagnari in armonia con lo
stile dell'edificio. Lo scalone è illuminato da una vetrata
policroma del 1913, frutto del sodalizio tra un grande artista del
Novecento, Duilio Cambellotti, e un abilissimo artigiano, Cesare
Picchiarini. Linee e motivi decorativi liberty si intrecciano
esaltando il tema centrale della grande corona di spighe segnata da
quattro zappe, simbolo del lavoro agricolo.
La Sala
dei Consigli Superiori, chiamata anche Parlamentino, è la più
importante del palazzo. A forma di emiciclo, venne decorata tra il
1914 e il 1918 dal lucano Andrea Petroni, che eseguì sulla parte
alta della parete circolare, in una fascia un metro e mezzo, pitture
ancora legate al Liberty. Qualche polemica suscitò all’epoca la
teoria di fanciulle danzanti su ghirlande di frutta, che avrebbero
dovuto rappresentare le regioni d’Italia con i loro prodotti
caratteristici. Sul soffitto si avverte un deciso cambiamento di
stile, con la volontà di dare un maggior risalto plastico alle
figure. Stupenda quella del seminatore, che con un ampio gesto quasi
eroico sparge il seme sulla terra arata. La decorazione dell’ala
rettangolare fu realizzata per ultima, con fregi che raffigurano
scene ispirate alla caccia, alla pesca e alla raccolta delle olive.
La Sala
Verde, accanto allo studio del Ministro, è stata decorata da
Giuseppe Cellini, un pittore che svolse per molto tempo, accanto al
grande Nino Costa, un’opera di sprovincializzazione della cultura
artistica romana di fine Ottocento.
Cellini
realizzò delle composizioni ricche di concetti e simbologie, in una
rivisitazione del manierismo e del barocco in colori profondi e
pieni di trasparenze.
Le
opere del ciclo sono "Magna parens", raffigurante l'Italia feconda
tra il guerriero e la spigolatrice; "Allegoria dell'Agricoltura";
"L'imprenditore dà la mano all'agricoltore", "La scienza e
l'Industria"; "Allegoria del Commercio marittimo", "Allegoria
dell'Industria all'insegna dell'elettricità e della velocità".
Quattro tele minori richiamano le stagioni e i principali frutti:
grano, uva, pomi, olive.
Lo
studio del Ministro ha il soffitto ornato con nastri e ghirlande
floreali e i dipinti di "Cerere sul carro" di Umberto Vico e "La
vanga e il latte" di Teofilo Patini, pittore abruzzese impegnato in
temi sociali che lo collocano nel solco dell’arte italiana verista.
Il
Salone delle Commissioni dell'Industria e del Commercio è anche
detto la Sala Gialla ed è stato decorato dal romano Giovanni Mario
Mataloni, reso famoso da alcuni cartelloni pubblicitario, come
quello per la Società Anonima dell’incandescenza a gas o quello per
le pillole ricostituenti Grocco. Gli affreschi di questa sala,
ispirati al tema delle attività commerciali e industriali, hanno lo
stile neocinquecentesco diffuso nella seconda metà del XX secolo.
In
occasione della Festa della Repubblica, il prossimo 2 giugno il
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali spalanca
le sue porte al grande pubblico, proponendo un doppio itinerario di
visita promosso dal Ministero con la collaborazione dell'Istituto
per la Storia del Risorgimento Italiano: "Omaggio a Cavour",
dedicato al grande statista che ricoprì la carica di Ministro
dell'Agricoltura, considerato al contempo fondatore della Patria e
del Dicastero, e "Le Meraviglie del Palazzo" dell'Agricoltura, con
il suo patrimonio artistico e architettonico. Il Palazzo sarà
visitabile fino al 30 settembre, ogni sabato e domenica.