Fino
al prossimo 13 gennaio tutti gli amanti del più sensuale ed
enigmatico tra gli animali domestici potranno gustare una mostra
davvero particolare, promossa da Roma Capitale, assessorato alle
Politiche Culturali e Centro Storico in collaborazione con il Museo
Parigino a Roma, con la cura di Cesare Nissirio e il supporto
organizzativo e i Servizi Museali di Zètema Progetto Cultura: "Sua
Maestà il Gatto" (Sa Majesté le Chat).
Al Museo Civico di Zoologia di Roma (via Ulisse
Aldovrandi 18) si succedono immagini antiche, musetti intellettuali,
foto favolistiche, baffi da divi. L’esposizione - suddivisa in
sezioni, che rappresentano il Gatto nell’arte, nella pubblicità, nel
teatro, nel cinema e nella letteratura, da gustare immagine per
immagine - riesce a riportarci indietro nella romantica e a volte
trasgressiva Parigi dell’800 e del 900, quando il gatto era quasi
un’icona, una divinità, fonte di ispirazione per artisti poeti e
intellettuali. Infatti il mito felino sembra proprio aver avuto la
sua origine nella Montmartre della vecchia Parigi, cittadella felina
dove il gatto era abituale compagno di avventura dei bohèmienne,
così come scrive Aristide Bruant "Io cerco fortuna / attorno al
gatto Nero / al chiaro di luna/a Montmartre, la sera". Così lo
storico Chat Noir – fondato da Rodolphe Salis nel 1881 e luogo di
incontro parigino per gli artisti della fine del secolo – adottò un
gatto come emblema e insegna del locale.
Il gatto, però, come spiega l’assessore alle
Politiche Culturali e Centro Storico Dino Gasperini è
contemporaneamente "anche simbolo inamovibile di Roma, dei suoi
vicoli, del suo centro storico. Un legame tra le nostre due città
che ci impegna ancora di più nella tutela di questi piccoli
cittadini a quattro zampe".
"Sua Maestà il Gatto" è un omaggio a questo
affascinante amico dell’uomo che, nel corso della storia, è stato
rappresentato e raccontato da artisti come Rivière, Willette,
Maupassant, Beaudelaire, Colette fino a Erik Satie, diventando
altresì l’eroe dell’arte dell’illustrazione: manifesti, stampe,
foto, dischi, pin, feves, riviste, cartoline postali, decoupages.
Un simbolo da sempre adorato e celebrato in
ogni sua manifestazione, che ha dato origine ad una ricca
iconografia: umanizzato e travestito nell’Ottocento, con piume
cappellini abitini sfarzosi e campanelli, magari modello di immagini
pubblicitarie per una tazza di cioccolato caldo o un aperitivo.
Nel Novecento è stato associato alla griffe di
un profumo o rappresentato ironicamente sulle cartoline postali.
L’esposizione è inoltre affiancata dai lavori
degli alunni del Liceo Artistico Istituto Statale d’Arte di
Sorrento, omaggio alla precedente sede della mostra, Piano di
Sorrento, nel Museo Territoriale della penisola Sorrentina "George
Vallet".
"Gatto serafico e strano – scriveva Charles
Beaudelaire – nel quale tutto, come in un angelo, appare nel
contempo sottile e armonioso".