Quante
volte una coincidenza ha colpito la nostra immaginazione, suscitando
stupore o curiosità, se non addirittura un vago senso di
inquietudine? Tutto certamente dipende da come vogliamo interpretare
queste congiunzioni di eventi: bizzarri capricci del caso, semplici
meccanismi di una legge della probabilità, o parte di un disegno
superiore, più o meno occulto.
All’affascinante argomento la giornalista e scrittrice Annalisa
Venditti ha dedicato un incontro dibattito presso il Laboratorio
dell’Individuazione di vicolo del Cedro, dal titolo:
"Letteratura, coincidenze e sincronie varie.
Lo strano caso dell’Albero di Millì".
"Abbiamo preso spunto - spiega la
giornalista - dalla mia favola di Natale ‘L'albero di Millì’, che
ho scoperto avere molte analogie con una storia vera e di cui
ignoravo l'esistenza al tempo della scrittura". La vicenda è
stata raccontata da Annalisa Venditti nel numero di novembre della
rivista "Vera Style". La favola narra l’amore di due ragazzi divisi
dalla violenza di un pregiudizio, che finiranno per ritrovarsi, a
distanza di moltissimi anni, per colmare il vuoto di quella ingiusta
separazione.
Leit-motiv del racconto è la frase "è
inutile pensare che il tempo cancelli, nasconda. Il tempo si lascia
trascorrere, ma non dimenticare".
L’ambientazione dichiarata è un paesino dell’America degli anni ’40
del Novecento, ma la città della favola, in realtà, è Sondrio.
"Nel 2008 mi trovavo lì per ragioni di lavoro e un’abbondante
nevicata, così come le atmosfere di quella cittadina, mi ispirarono
un intrigo un po’ noir con un mistero legato a un albero di Natale.
Solo adesso capirete la mia emozione nel leggere un articolo di un
quotidiano valtellinese del settembre scorso. Era la cronaca di un
matrimonio e riportava fedelmente i nomi degli sposi e altri
dettagli: Milli Cella di Tirano (Sondrio) e Gino Repanai, originario
di Milano, ottuagenari. Si erano conosciuti e innamorati durante le
vacanze di Natale, tra la neve, nel 1947. Erano giovanissimi e,
nonostante l’amore, le loro vite - due anni dopo - presero strade
diverse. Dopo 50 anni, entrambi vedovi, si sono rincontrati, con la
complicità di un comune amico. A giugno scorso, 65 anni dopo il
primo bacio, finalmente, le nozze". Così Annalisa Venditti,
colpita da questa singolare serie di coincidenze (il nome della
protagonista, il legame con Sondrio, lo scenario natalizio, i
destini di due giovani innamorati che si ricongiungono da anziani)
ha deciso di chiedere il parere di alcuni esperti e dei tanti
intervenuti al Laboratorio dell’Individuazione. Sul palco, insieme
con lei, Anna Maria Meoni, psichiatra e fondatrice della "Gup Art",
Gino Saladini, criminologo e medico legale, autore del romanzo
"Omicidi a margine di qualcosa di magico - Sincro" (Gangemi Editore)
e lo scrittore Marco Cesati Cassin, autore del libro "Non siamo qui
per caso. Il potere delle coincidenze" (Sperling & Kupfer).
Anna
Maria Meoni ha introdotto la platea al significato psicologico che
va dato al lavoro creativo dell’artista. Più volte ha sottolineato
come ognuno di noi, inconsciamente, si ricolleghi a un comune
patrimonio: l’immaginario collettivo. Scettica sull’attribuire alle
coincidenze una valenza fuori dall’usuale o il valore di un segno
magico, ha scatenato uno stimolante scontro dialettico con gli altri
relatori.
Gino
Saladini ha definito quella dell’Albero di Millì "un’esperienza
speciale in cui il pensiero di una scrittrice ha afferrato in un
luogo, inconsapevolmente, frammenti di un fatto accaduto,
trasformandoli in una favola che – a maggior ragione – non
ricalca totalmente la realtà dei fatti". Da appassionato
studioso del sincronismo junghiano ha riferito alcune esperienze
significative, anche personali, in cui le coincidenze si sono
concretizzate come evidenti segnali. Dello stesso parere Marco
Cesati Cassin, che ha parlato di una percezione determinata da
"un canale aperto".
Nel
corso dell’incontro ha definito la coincidenza di questa favola
"potente, ma non potentissima, poiché ci sono esempi ancora più
forti", ma ha invitato comunque Annalisa Venditti a seguire la
pista aperta e a fare un viaggio che la porti nuovamente a Sondrio,
per conoscere direttamente i protagonisti reali di quella che lei
immaginava soltanto come una sua fantasia. "Io sarei andato
subito a incontrarli", ha sottolineato. "Chi può escludere,
ad esempio, che Annalisa non incontri l’uomo della sua vita proprio
in questo nuovo viaggio frutto di una coincidenza?"