Con
"L’Italia s’è desta. Personaggi, fatti ed eventi risorgimentali
nell’Alto Volturno" (Volturnia edizioni, 104 pagine con
illustrazioni a colori e b/n, 20,00 euro), Silvana Galardi, molisana
doc, traccia un quadro preciso e dettagliato di quei decisivi
avvenimenti che gettano nuova luce su un meridione di cui si
finiscono per ricordare quasi esclusivamente gli aspetti negativi,
quali il brigantaggio e il divario con il nord. Per una migliore
trattazione del quadro storico relativo alla tematica della
battaglia del Volturno e al problema dell’unificazione nazionale,
l’autrice inizia il suo libro con una rapida panoramica sullo
scenario politico dell’Italia dell’epoca, per poi passare a
esaminare il declino del regno di Francesco II, ormai abbandonato da
tutte le potenze europee, "perché non volevano mettere a rischio i
loro interessi e vedevano la sopravvivenza del Regno di Napoli come
pura e semplice utopia". Il sovrano giunse al punto di scrivere
segretamente a Garibaldi, offrendogli tutta la flotta e 50 mila
uomini per la guerra all’Austria, purché gli lasciasse ciò che
rimaneva del suo antico regno. L’eroe dei Due Mondi, infuriato e
disgustato, rifiutò decisamente. "A Francesco II – scrive la Galardi
– non restava che la strada del complotto, quello con la regina
madre (sua matrigna) e con i reazionari. A dargli man forte in
questo esecrato progetto contribuì non poco il potere religioso, che
a Napoli tramava con più forza".
Ma
finalmente era arrivata l’ora di Napoli, che il 7 settembre 1860
vide l’ingresso trionfale di Garibaldi, accolto come il liberatore
da una folla in visibilio. Ma mentre la città era in festa,
l’esercito borbonico si era attestato sul Volturno. Garibaldi partì
per Palermo, lasciando all’ungherese Stefano Tűrr la guida delle
truppe sul Volturno. Si susseguirono scontri più o meno importanti,
fino ad arrivare all’epica battaglia del primo e del 2 ottobre. La
Galardi ne lascia a Garibaldi la descrizione, per poi definirla "uno
dei capitoli più belli della storia italiana risorgimentale. Il
condottiero Garibaldi combatteva nelle nostre contrade in nome
dell’idea dell’Italia unita che si realizzava e prendeva corpo sulle
sponde del Volturno, sacro e sannitico fiume che, con le sue
sinuosità e i suoi boschi lussureggianti, era ed è ristoro allo
stanco pastorello e delizia all’occhio del visitatore inesperto".
E’ una
scrittura densa di immagini e di sentimenti quella dell’autrice, che
sa commuoversi e commuoverci nel ricordo di tante giovani vite
spezzate in nome di un ideale."L’alto contributo di sangue versato –
spiega – ci rende questa battaglia particolarmente cara... Essa era
e sarà un fiore che non può appassire, ma che deve costituire una
seria riflessione per le generazioni future".
La
Galardi, però, sa mantenere la sua obiettività e non risparmia
parole di condanna per la reazione di Isernia, che definisce "un
delirio collettivo" di "una massa assetata di sangue. Isernia
scriveva una delle pagine più fosche della sua storia, dal momento
che si scontrarono sostenitori dei borboni contro sostenitori
dell’annessione. Nulla fu risparmiato alla ferocia dei combattenti i
cui bersagli preferiti erano giovani, donne e bambini".
Ancora
una battaglia: è quella del Macerone, combattuta il 20 ottobre, che
vide il maresciallo borbonico Scotti Douglas sconfitto dai
piemontesi Cialdini-Della Rocca.
L’autrice non manca di descrivere i luoghi teatro dei vari
avvenimenti, come la tenuta reale di Torcino e Mastrati, o alcuni
tra i principali personaggi locali, quali Nicola Cimorelli, sindaco
di Venafro dal luglio del 1860 all’aprile del 1861 o Tito
Lucenteforte, arruolatosi nel 1860 nelle file della legione dei
"Cacciatori del Vesuvio". In seguito strinse amicizia con il
colonnello Pateras, di cui divenne fedele collaboratore.
Silvana
Galardi, laureata in Pedagogia e Filosofia presso l’Università di
Cassino, ha fondato nel 1994 l’associazione culturale "Circolo
dell’Ottocento Nicola Cimorelli", di cui è presidente. Ricercatrice
appassionata, da oltre un ventennio si dedica a studi storici sul
Risorgimento locale.