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Un Convegno in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia

L’apporto dei Barnabiti
all’epopea risorgimentale

Il Centro Studi Storici PP. Barnabiti, in collaborazione con l’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa, ha organizzato il convegno "I Barnabiti nel Risorgimento", che si è svolto il 14 e il 15 gennaio scorsi, in piazza Benedetto Cairoli 117, di lato alla chiesa di San Carlo ai Catinari. Un sito quanto mai significativo, come ha spiegato Filippo Lovison, direttore del Centro Studi, nell’introduzione ai lavori: "se in questa Chiesa e Casa tutto parla dell’amor di Dio e dell’amor di Patria, gli squarci prodotti sulla sua magnifica cupola dal cannoneggiamento dei francesi appostati sul Gianicolo durante la Repubblica Romana del 1849 sono ancor oggi ben visibili sotto il cielo della Città Eterna, ad perpetuam rei memoriam di dure lotte e contrapposte speranze". Nella stessa chiesa i garibaldini seppellivano i loro morti "di riguardo", dopo che i religiosi ne avevano celebrate le esequie. I cadaveri venivano calati nel sottochiesa attraverso una botola aperta davanti alla cappella di Santa Cecilia. "Lo stesso Garibaldi, con le sue mani – ha continuato padre Lovison - volle calare la cassa contenente il cadavere del suo aiutante di campo, l’uruguaiano di Montevideo Andrea Aguyar, morto il 30 giugno 1849". Altre mani pietose nascosero i resti mortali di altri garibaldini nella più sontuosa cappella della Chiesa, quella della famiglia dei marchesi Costaguti.

L’annesso palazzo - a dispetto delle sue atmosfere serie e austere alimentate dai continui giochi di penombra - ospitò nei suoi corridoi centinaia di garibaldini, che qui si ristoravano e spesso imprecavano, reclamando "sangue de’ preti e de’ frati" e giurando morte ai "neri", ossia ai Gesuiti.

Molti e altamente competenti gli interventi dei vari relatori. Monsignor Sergio Pagano ha parlato di "Un’inedita storia del Risorgimento italiano (Soderini-Clementi)", Carlo M. Fiorentino si è soffermato su "La questione romana intorno al 1870", Giancarlo Rocca su "Religiosi nel Risorgimento" e Francesco Margiotta Broglio su "Chiesa e Stato a 150 anni dall’Unità d’Italia". Non potevano essere trascurate tre grandi figure di Barnabiti – patrioti: p. Giovanni Semeria, ricordato da Filippo Lovison, p. Alessandro Gavazzi (Matteo Sanfilippo) e p. Ugo Bassi, "martire dell’indipendenza italiana" (Paolo Rippa). Bassi e Gavazzi sono stati definiti da padre Lovison "i più eloquenti cappellani garibaldini del Risorgimento italiano, la cui azione si deve però confrontare non solo con la rilettura storiografica contemporanea della figura di Garibaldi, quanto con il sentire cum Ecclesia di quell’anima più liberale dell’Ordine dei Barnabiti che essi rappresentavano, e che si contrapponeva a quella detta reazionaria capeggiata dal cardinale Luigi Lambruschini", la cui figura è stata presentata da Roberto Regoli.

Del cardinale Luigi Bilio, uno dei protagonisti del Concilio Vaticano I, si è occupato Andrea Ciampani.

La relazione di p. Mauro Regazzoni ha riguardato "La partecipazione dei Barnabiti al Risorgimento". Va ricordato che i Barnabiti, non solo durante la difesa della Repubblica Romana furono custodi dei pochi oggetti personali dei garibaldini e depositari dei loro ultimi sospiri, ma divennero anche cappellani del Sacrario del Gianicolo, quando vi furono portati i resti degli eroi tolti dai sotterranei di San Carlo ai Catinari.

Il convegno è stato completato dalle visite all’originario cimitero dei garibaldini nel sottochiesa di San Carlo ai Catinari e al Museo Centrale del Risorgimento, nel complesso del Vittoriano, dove sono conservate preziose testimonianze storiche, dai ritratti alle armi utilizzate dagli eroi del Risorgimento; dalla penna di Mazzini alla spada di Garibaldi; dai disegni dei pittori-soldato ai busti-ritratto delle Medaglie d’Oro. Il Museo venne inaugurato nel 1911 ed era destinato a celebrare il Re Vittorio Emanuele II e l’intera stagione risorgimentale. E’ un vero crocevia d’Italia, come ha spiegato il suo direttore, Marco Pizzo. Qui oggetti diversi "oggi sono diventati dei veri e propri documenti, delle testimonianze puntuali e rievocative dei fatti e dei protagonisti dell’epopea risorgimentale".

Dell’argomento si parlerà a Nuova Spazio Radio (88.100 MHz), a "Questa è Roma", il programma ideato e condotto da Maria Pia Partisani, in studio con Livia Ventimiglia il martedì dalle 14 alle 15 e in replica il sabato dalle 10 alle 11.

di Cinzia Dal Maso

18 gennaio 2011

 

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