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Un volume de "L’Erma" di Bretschneider con oltre 600 illustrazioni a colori

I Marmorari Romani di Dario Del Bufalo

Nonostante l’ostilità dei più fedeli assertori della genuina "virtus" romana, l’uso dei marmi colorati si affermò sempre di più nelle lussuose case e negli edifici pubblici dell’antica Urbe. Le conquiste di Cartagine, della Grecia (146 a.C.), del regno di Pergamo e la caduta definitiva dell’Egitto (31 a.C.), oltre a permettere lo sfruttamento diretto delle cave collocate in queste regioni, diffusero un modello largamente adottato dai monarchi ellenistici, che vedeva l’impiego di marmi policromi come una sorta sostegno e ostentazione del potere politico.

Iniziò per la città eterna così la meravigliosa storia dell’arte del marmo, che ha attraversato i secoli in un esempio di continuità spazio-temporale unico al mondo. Con il declino e la fine dell’Impero si procedette al reimpiego dei materiali antichi, pratica assai diffusa nel Medioevo, che ha permesso alla Roma cristiana di creare un linguaggio formalmente nuovo e adeguato ai valori liturgici della religione, attraverso l’utilizzo di vecchi elementi appartenenti alla classicità. Non un barbaro saccheggio, quindi, ma – come nel caso dei Marmorari Romani – una prosecuzione della antica tradizione lapicida.

"Marmorari magistri romani" è un prezioso volume di Dario del Bufalo ("L’Erma" di Bretschneider, 272 pagine, 610 illustrazioni a colori, 150 euro), realizzato e promosso dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del VI Centenario dell’Università dei Marmorari di Roma, che intende tracciare una visione vasta e approfondita della città e della sua arte principale - l’architettura e la decorazione marmorea - dall’Impero al Medioevo.

Prendendo spunto dalle scuole marmorarie operanti nella città fin dall’inizio del XII secolo – famosissime quelle dei Cosmati e dei Vassalletto – Del Bufalo riesce ad offrirci un panorama inedito della storia di Roma attraverso la rilettura del legame tra le vicende storiche, sociali, religiose e le mutazioni stilistiche prodotte nell’architettura e nella decorazione.

Ogni nuovo linguaggio, infatti, si forma attraverso il riuso di vecchi elementi, esprimendo al contempo le trasformazioni della società in corso: piuttosto che mettere l’accento sui momenti di rottura, distinguendo metaforicamente e letteralmente gli strati archeologici, l’indagine dell’autore racconta la storia di un’eredità, quella classica, rinata nel tempo e nei luoghi attraverso le forme e i colori del marmo.

"Si aggiunga inoltre – spiega Del Bufalo – che i ‘cosmati’, potendo disporre del privilegio di un contatto diretto con l’antichità garantito dal monopolio dei lavori di spoliazione delle rovine, si impegnarono in un accurato studio dell’arte classica, con la quale non ebbero affatto un pedissequo approccio mimetico, ma cercarono piuttosto uno stimolante confronto competitivo. Dalle ville e dagli edifici pagani che frequentavano di continuo, essi non trassero soltanto blocchi lapidei, colonne ioniche e splendide statue, ma anche modelli da riprodurre, linee e forme a cui ispirarsi, giochi cromatici da fare propri".

I Marmorari Romani hanno operato ben oltre i confini italiani, in Francia, Germania e Inghilterra. Così Dario Del Bufalo aiuta a ricostruire i percorsi che le belle pietre colorate dell’antica Roma hanno compiuto, continuando a sprigionare nei secoli il loro fascino indiscusso: una storia di Roma inedita e affascinante, scritta nella pietra e nei suoi colori.

Il volume è impreziosito da numerose fotografie di architetture e manufatti marmorei, molti dei quali inediti, per la maggior parte scattate dall’autore stesso.

Alla trattazione fanno seguito varie note sui singoli aspetti dell’arte del marmo, oltre a una sezione dedicata ad un campionario dei principali marmi colorati in uso nell’antica Roma e poi reimpiegati dai Cosmati.

Concludono il volume alcune scoperte per il mondo dell’arte, raccolte dall’autore sotto il nome di "Notulae Marmorarie": saggi esplorativi nei quali lo studio del marmo porta a svelare notizie inedite riguardo al vaso ritrovato di Cassiano dal Pozzo, i Santi Quattro Coronati a Luxor, il dipinto di Hans Holbein il Giovane "Gli ambasciatori" e, infine, la "Flagellazione di Cristo" di Piero della Francesca, in cui compare la preziosa colonnina marmorea oggi conservata in Santa Prassede.

Dell’argomento si parlerà a Nuova Spazio Radio (88.100 MHz), a "Questa è Roma", il programma ideato e condotto da Maria Pia Partisani, in studio con Livia Ventimiglia il martedì dalle 14 alle 15 e in replica il sabato dalle 10 alle 11.

di Antonio Venditti e Cinzia Dal Maso

11 gennaio 2011

 

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