"Chi
soltanto vorrà fermarsi a considerare il carattere della Locandiera...
dirà...non aver io dipinto altrove una donna più lusinghiera, più pericolosa di
questa", scriveva nel 1751 Carlo
Goldoni nell’introduzione a una delle sue più celebri commedie.
Ed è
veramente una femmina astuta e spregiudicata quella che appare sul palcoscenico
del Teatro Flavio (via Crescimbeni 19) fino al 20 dicembre, ne "La locandiera"
di Goldoni, per la regia di Franco Venturini. Insensibile alle avances dei suoi
pretendenti, Mirandolina, interpretata da Federica De Vita, riesce a tenerli a
bada con fermezza. Il segreto della De Vita è nella sua espressività, che il più
delle volte dice l’esatto contrario di ciò che le esce dalla bocca, rendendo gli
spettatori un po’ complici delle sue trame.
I cuori
degli uomini non hanno segreti per lei. Conosce il modo per raffreddare gli
ardori dei più audaci, sa accettare un dono costoso senza compromettersi, ma sa
anche adulare e conquistare con cortesie e manicaretti, senza mai lasciarsi
coinvolgere nei giochi che conduce con magistrale abilità, senza perdere
quell’indipendenza sentimentale che per lei è il bene più prezioso.
"L’eroina
goldoniana – spiega Federica De Vita –
è femmina all’ennesima potenza, poiché
sa essere civetta e subito dopo apparire dura e senza scrupoli. Vestire i suoi
panni è per me un’esperienza bellissima e importante".
Simbolo
dell’intelligenza e della consapevolezza che la donna si stava conquistando nel
Settecento, Mirandolina è uno di quei personaggi che non invecchiano mai, che
varcano i confini del loro tempo: nella sua femminilità ogni epoca si è potuta
riconoscere, anche se con modalità e sfumature diverse.
Travolgente
l’interpretazione di Venturini, nei panni del cavaliere di Ripafratta, un
incallito misogino che finirà per cadere nelle trame tessute da Mirandolina:
degno erede degli attori della Commedia dell’Arte, Venturini diverte e al tempo
stesso invita a pensare. "Ma chi rifletterà al carattere e agli avvenimenti
del Cavaliere, troverà un esempio vivissimo della presunzione avvilita, ed una
scuola che insegna a fuggire i pericoli, per non soccombere alle cadute",
avvertiva lo stesso Goldoni. Il cavaliere, uomo di successo nel lavoro, ma
vittima dei suoi stessi pregiudizi e di idee preconcette, è predestinato ad
essere sopraffatto dalla locandiera, la cui forza risiede nella ragione. Ce lo
dice sempre Goldoni: "appunto per questo più facilmente egli cade, perché
sprezzandole (le donne) senza conoscerle, e non sapendo quali sieno le arti
loro, e dove fondino la speranza de' loro trionfi, ha creduto che bastar gli
dovesse a difendersi la sua avversione, ed ha offerto il petto ignudo ai colpi
dell'inimico".
Niente
atmosfere sospese, né scambi di battute leziosi: i personaggi sul palco del
Flavio sono reali e passionali, si affrontano e si scontrano con naturalezza
quasi feroce.
Originale
e fresca la giovane Chiara Conti nelle vesti di un’attricetta che si vorrebbe
fingere, con scarsi risultati, una nobile dama e si mantiene in bilico tra
realtà e apparenza negli scambi di battute che giocano sull’equivoco.
E alla
fine la locandiera darà la sua mano al meno gettonato dei contendenti, il
cameriere Fabrizio (Tino Berlino e Valter Salvati). Darà la sua mano, ma non il
cuore, forse perché un cuore non ce l’ha.
Uno
spettacolo adatto a tutte le età, perché in grado di stimolare l’introspezione
negli adulti e di suscitare un sano divertimento nei più piccoli, che sono anche
chiamati a esprimere il loro giudizio. A "La locandiera", infatti, è abbinata la
terza edizione del Premio per ragazzi "Il critico 6 tu", ideato dalla
giornalista Annalisa Venditti e diretto da Franco Venturini. Possono partecipare
gli alunni delle scuole medie inferiori e superiori, inviando entro il 10
gennaio 2010 alla sede del Teatro Flavio, via Crescimbeni 19, una
recensione, un breve componimento, un disegno o un fumetto sullo spettacolo,
indicando nome, cognome e recapito telefonico del giovane autore. Il lavoro più
interessante e originale sarà premiato con un abbonamento per due persone alla
prossima stagione del Teatro Flavio.
"L’iniziativa
– precisa Venturini – nasce dalla
precisa volontà di spingere i giovani a confrontarsi in maniera critica con il
palcoscenico, a esercitare il loro senso critico, un’espressione di libertà a
cui non è possibile rinunciare".
"La locandiera" va in
scena dal martedì al sabato alle 21, la domenica alle ore 17.