In una casa di nuvole, la vita è sogno

Un intenso racconto di musica e parole, firmato da Gianluca Attanasio

di An. Ve.

 

 

E’ ambientato in una casa di nuvole, un luogo immaginario ma possibile del nostro io, il nuovo spettacolo scritto e diretto dal compositore e musicista Gianluca Attanasio. Difficile definire soltanto un concerto questo intenso racconto musicale che l’artista ha presentato nei giorni scorsi all’Ambasciata e all’Istituto Slovacco di Roma in prima nazionale assoluta. Piuttosto "La casa di nuvole, luoghi immaginari ma possibili. Forse una favola" è il percorso interiore che le emozioni (quelle che rimandano ai profumi di un passato inaccessibile ma immanente) devono svolgere per raggiungere la realtà del nostro presente.

In questa doppia dimensione, a metà strada tra l’immaginazione e il sogno, i ricordi e le esperienze si fanno largo nelle trame dell’inconscio e alle finestre di una casa persa in un bosco, forse in riva al mare o chissà dove, il giorno si perde nella notte e viceversa. E’ uno spazio infantile e sacro che si sprigiona nei colori della natura, in uno sguardo innamorato, nella gioia del gioco, nel calore di un abbraccio o nella malinconia di un abbandono. Ma è anche il luogo della riflessione, della solitudine, dell’incanto ritrovato, della quiete ricercata, del tormento placato.

Seduto dinanzi ad un candido pianoforte dove è la luce di una piccola casa stile inglese, Gianluca Attanasio (nella foto) ha eseguito alcuni suoi brani inediti accompagnandoli con la videoproiezione di fotografie e con alcuni intramezzi recitati.

Nella partitura melodica, evocativa di gioie e dolori a seconda del suo procedere lento o veloce, si insinua l’enigma della vita e la risposta a quell’interrogativo senza tempo viene da un ruscello di note che sgorga dall’anima e all’anima parla, per rimandare a nuovi orizzonti sonori in un’infinità di richiami ancestrali. La casa per Attanasio è il mito di fondazione del nostro essere, il nido, la partenza, il ritorno dal viaggio, ma anche il coraggio dell’esplorazione e il senso della memoria. Tutto nasce e tutto ritorna alla casa. Musica e immagini, suoni e parole parlano del segreto più intimo che si cela in quella parte immaginaria in cui il ricordo, cristallizzato, conserva ancora una sua inattaccabile parvenza. Le porte della casa di nuvole si spalancano al sopraggiungere della musica, perché di musica vivono le sue stanze e di musica si nutrono i suoi silenzi, lasciando entrare chi di quel suono è capace di scorgere il senso più profondo. Il pianoforte è una presenza totalizzante, un mano tesa verso il pubblico in sala che è chiamato ad ascoltare e ad iniziare con la mente il suo personale viaggio. Gianluca Attanasio si fa straordinario interprete di questo sogno musicale da lui stesso ideato e carezzando i tasti del suo pianoforte con il rispetto che si ha per una dolce creatura, racconta una storia delicata e fantastica, irreale ma vera. Lo spettacolo è stato un omaggio al poeta slovacco Milan Rufus ed ha debuttato con l’intenzione di creare un ponte culturale tra la Slovacchia e l’Italia.

 

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