Una mostra sulla ritrattistica cardinalizia dal Rinascimento al Novecento Le sale di Palazzo Braschi si tingono di porpora Un evento ideato e organizzato dal Museo di Roma e dal Centro Europeo per il Turismo
Rappresentano le più alte cariche della Chiesa Cattolica dopo il Papa, sono i Prìncipi del Vaticano. A loro, i Cardinali, è dedicata la mostra “la Porpora Romana. La ritrattistica cardinalizia dal Rinascimento al Novecento”, che si inaugura oggi pomeriggio alle 18 al Museo di Roma di Palazzo Braschi (piazza San Pantaleo 10). In esposizione, circa 70 opere tra dipinti, sculture e fotografie provenienti da importanti musei pubblici e collezioni private. Passeggiare per le sale di Palazzo Braschi, la splendida dimora che fu costruita alla fine del Settecento da papa Pio VI per il nipote Luigi Braschi Onesti, sarà come intraprendere un viaggio ideale che ci permetterà di incontrare famosi Cardinali vissuti dal Rinascimento ai nostri giorni: Alessandro Farnese, ritratto nella splendida tavola attribuita a Raffaello e ora conservata al Museo di Capodimonte di Napoli; Leopoldo de’ Medici, che affidò la sua immagine ad un esperto della ritrattistica seicentesca, Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, nel quadro proveniente dagli Uffizi; il cardinal Rospigliosi, dipinto a figura intera dalla raffinata mano di Giovanni Maria Morandi. I cardinali di Santa Romana Chiesa appartenevano a famiglie importanti dell’aristocrazia europea e per il loro ruolo, talvolta anche politico, vedevano nel ritratto una funzione fondamentale: la trasmissione della loro immagine ufficiale. Si rivolgevano pertanto ad artisti di primissimo livello, gli stessi che si occuparono anche dei ritratti dei pontefici. Se però la ritrattistica papale era caratterizzata dalla ripetizione di schemi rigorosi proprio per il ruolo dogmatico e carismatico del Pontefice, spesso con poche varianti sino al Novecento, la ritrattistica cardinalizia è connotata da una certa varietà di schemi, anche se talvolta fortemente influenzata da ritratti papali come quello di Giulio II di Raffaello. In questo caso, il porporato è rappresentato seduto, di scorcio, con la figura di tre quarti, spesso con una lettera in mano, in riferimento a un suo incarico particolare o semplicemente al ruolo politico in seno alla diplomazia pontificia. Dalla seconda metà del Seicento e nel Settecento si diffonde lo schema con il cardinale eretto, rappresentato presso un tavolo, con il campanello, una missiva in mano, spesso un crocifisso e nell’arredamento sullo sfondo un tendaggio, tutti simboli del fasto e del lusso del personaggio. La mostra – curata da Maria Elisa Tittoni e da Francesco Petrucci – è stata ideata ed organizzata dal Museo di Roma e dal Centro Europeo per il Turismo con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma Sovraintendenza BBCC, in collaborazione con Zétema Progetto Cultura. Rimarrà aperta fino al 25 febbraio 2007. Alcuni dipinti, oltre a riprodurre con estrema fedeltà l’immagine fisica, lasciano trasparire le notevoli qualità intellettuali degli effigiati, spesso raffinati intenditori d’arte, bibliofili, collezionisti e mecenati: tra questi, il “Ritratto di Silvio Valenti Gonzaga” di Pierre Subleyras, o il “Ritratto del cardinale Antonelli” di Domenico Corvi; infine l’acuto e vivace cardinal Francisco Xavier De Zelada raffigurato nell’opera di Mengs e dei suoi collaboratori. Attraverso questa prestigiosa galleria di personaggi avremo l’occasione di ammirare la preziosità di sete e tessuti che ripropongono infinite variazioni di quel rosso ‘ponsò’ caratteristico dell’abito liturgico cardinalizio. Lo troviamo nelle abbaglianti vesti porpora, spezzate dai raffinati merletti bianchi del rocchetto e dalla lussuosa mozzetta in candido ermellino del Ritratto del cardinal Clemente Argenvillieres di Pompeo Batoni. Queste contrastano con l’austero abito ‘piano’ del cardinal Corsini o col ‘dimesso’ abbigliamento del cardinal Gabriele Filippucci che aveva rinunciato alla carica e, quindi, ‘dismesso’ le vesti. Il colore delle vesti invece scompare nei bronzei riflessi degli indumenti di uno dei cardinali ‘senza nome’ di Giacomo Manzù, o nelle foto ritratto realizzate da Marco Delogu negli anni 1998-1999, che chiudono l’esposizione. “Questa esposizione che ripercorre, in particolare, la ritrattistica cardinalizia a Roma – spiega il sindaco Walter Veltroni - rappresenta innanzitutto un prezioso bagaglio di informazioni incredibile per quantità, intensità, cultura, così che oggi noi possiamo dire di avere a disposizione, e ben visibile tramite questa mostra, una sorta di valore aggiunto offerto proprio dalle forme e dai canoni del ritratto. Infatti, gli artisti di primissimo livello che da sempre hanno affidato al ritratto funzioni fondamentali come quella di immortalare e trasmettere epoche con i loro personaggi e la storia ad essi legata, sono stati abilissimi nel rappresentare nei volti, nelle espressioni e persino nelle diverse posture, che descrivono di volta in volta autorità, situazioni ed atmosfere, un ritratto profondo e introspettivo della Chiesa nelle sue differenti epoche. Uno dei principali meriti di questa Mostra – continua Veltroni - sta proprio nella grande qualità espressa attraverso la scelta di opere significative tanto nella retrospettiva storica quanto in quella della storia dell’arte, con una capacità quasi antologica, di percepire i vari segni di cambiamento che, nel tempo, la ritrattistica ha compiuto seguendo nella ricerca di ogni singolo artista, l’evolversi dei gusti e degli stili. Il Comune di Roma è orgoglioso di affiancare un’esposizione di tale portata, che riesce a legare l’arte alla storia, attraverso un percorso ricco ed articolato. Il mio apprezzamento e ringraziamento sincero – conclude il Sindaco - va a tutti coloro che hanno ideato e si sono adoperati alla realizzazione di un evento che ribadisce la vitalità e la completezza della proposta culturale della Capitale”. Il prezioso ed elegante catalogo a cura di Francesco Petrucci (Gangemi editore, 192 pagine, 30 euro) raccoglie saggi e schede delle opere corredate da biografie e immagini che consentiranno di conoscere le differenti tipologie ritrattistiche dei secoli trattati. La mostra “La Porpora Romana. Ritrattistica cardinalizia a Roma dal Rinascimento al Novecento” è aperta dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 19.00. La biglietteria chiude mezz’ora prima. Biglietto intero 9 euro; ridotto 5.50 euro.
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