Gianni De Feo: musica e parole

Un grido d’amore per ricordare la grande di Edith Piaf

 

di Annalisa Venditti

E’ stata una pioggia di applausi, nei giorni scorsi, per l’attore Gianni De Feo che al Teatro Belli di Piazza S. Apollonia ha portato in scena "Grido d’amore". Prorogato a grande richiesta, lo spettacolo andato in scena a Trastevere, firmato da Ennio Speranza, è un racconto musicale interamente dedicato alla vita e all’opera dell’indimenticabile Edith Piaf. Su una scena volutamente minimalista emerge un candido paio di ali, metafora dello straordinario volo che portò un’artista venuta dalla strada e salire le scale del successo e dell’immortalità. La splendida voce di Gianni De Feo, emozionante interprete di un mito senza età, guida il pubblico attraverso le melodie di un’epoca e, di seguito, lungo i sentieri della loro fortuna nella musica a venire. Completamente vestito di bianco, l’attore (tra i migliori che sappiano unire le capacità recitative a quelle canore) ripercorre la vita della celebre cantante de "La vie en rose". Sul palco c’è anche una piccola orchestra a condurre le note di questo viaggio indietro negli anni dove il tempo si perde e vive nell’intensità dei ricordi e delle memorie. La bella Edith è raccontata nei suoi fortunati incontri, nella sua disperazione d’artista, nei suoi amori smodati, eccessivi, fin troppo passionali. La musica, come un filo rosso, annoda destini diversi, raggomitolando su se stesse vite diverse, illuminate dal bagliore di un’amicizia o di un amore. Edith, come il mazzo di fiori che l’attore sparge sulle tavole del palcoscenico, è la tenera e sensuale sirena che con il canto ammalia e conquista. Ed allora è proprio l’arte la vera protagonista di uno spettacolo che mette a nudo i profili di un’anima controversa e affascinante, donandola al pubblico nella semplicità della sua essenza.

 

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