Dal Louvre, in mostra ai Musei Capitolini fino al 25 giugno

Sono tornati a Roma gli antichi ori Campana

   

di Cinzia Dal Maso

Membro dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica, della Commissione generale consultiva di Antichità e Belle Arti, presidente della Pontificia Accademia di Archeologia, decorato con l’ordine cavalleresco di San Gregorio Magno e con la Legion d’honneur, il marchese Giovanni Pietro Campana di Cavelli (1808-1880) fu una delle figure di spicco del panorama culturale dell’Ottocento romano.

Aveva ereditato dal nonno Giampietro e dal padre Prospero la passione per l’archeologia e per l’arte, oltre all’incarico prima di assistente, poi di direttore del Monte di Pietà, che rivestì dal 1833 al 1857.

Famose erano le sue raccolte di bronzi, sculture, terrecotte, gioielli, dipinti, ceramiche, monete e medaglie, esposte nella villa del Laterano, a due passi dalla chiesa dei Santi Quattro, provenienti dal mercato antiquario, da scavi intrapresi nelle sue proprietà o dalle indagini archeologiche a Roma e nel Lazio.

A lui si deve la scoperta del colombario di Pomponio Hylas e di altri due colombari sull’Appia, presso la tomba degli Scipioni. Grazie all’esperienza maturata nel campo archeologico e della ricerca scientifica, ottenne prestigiosi incarichi dall’amministrazione pontificia, come la direzione degli scavi di Ostia.

Il Marchese Campana ebbe però un repentino rovescio di fortuna. Nel 1857 fu processato per malversazione, peculato e abuso d’ufficio e condannato a venti anni di carcere. La pena fu ben presto commutata in esilio, ma i suoi beni furono confiscati nel 1859 dallo Stato Pontificio. Le amate collezioni vennero sequestrate e poste in vendita.

In attesa di trovare un acquirente, la raccolta di gioielli fu affidata all’atelier Castellani. Qui il celebre orafo Augusto Castellani restaurò i preziosi monili, curandone il catalogo per la vendita. Sarà proprio il contatto diretto con gli splendidi originali della collezione Campana a suggerire ai Castellani di sperimentare nuove tecniche di lavorazione e di restauro, che giunsero in alcuni casi alla geniale trasformazione e reinterpretazione dei gioielli antichi, oltre a dare un fondamentale impulso alla produzione di gioielli di gusto archeologico, che ebbe un enorme e immediato successo in Italia e all’estero.

Mentre i tesori della collezione Campana venivano dispersi in Francia, Inghilterra e Russia, solo la collezione numismatica, formata da oltre quattrocento esemplari di monete d’oro romane e bizantine, fu acquistata dall’Amministrazione Capitolina nel 1873.

Gran parte della raccolta di gioielli antichi fu acquistata dal Governo francese nel 1861. Presentata per la prima volta al pubblico a Parigi nel 1862, al Palais de l’Industrie, fu destinata nel 1863 al Museo del Louvre, dove andò a costituire uno delle più importanti raccolte del Dipartimento delle antichità greche, etrusche e romane.

Dopo quasi centocinquant’anni di assenza, i favolosi gioielli Campana tornano, seppur temporaneamente, a Roma, grazie alla Mostra ideata da Françoise Gaultier, Conservateur en chef au département des Antiquités grecques, étrusque et romaines del Museo del Louvre e da Catherine Metzenger, Conservateur général honoraire dello stesso Dipartimento. Recentemente presentata a Parigi, al Museo del Louvre, l’esposizione, che offre una raffinata selezione di circa duecento esemplari delle collezioni del Louvre, con alcuni prestiti dalle collezioni del British Museum e del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, viene riproposta fino al 25 giugno ai Musei Capitolini (Sala degli Orazi e Curiazi), per iniziativa del Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, Sovraintendenza ai Beni Culturali. Dopo un’importante campagna di restauri finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, i "Tesori antichi" tornano ad offrirsi all’ammirazione dei visitatori, dai diademi principeschi agli anelli a castone, dalle pietre incise ai raffinatissimi orecchini etruschi a disco, a bauletto, a grappolo, a pendente. Caratteristiche per il gusto di un’epoca, le collane create con elementi antichi ma di diversa provenienza.


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