In mostra le decorazioni della domus trovata nel 2000 sul Gianicolo

"I colori del fasto", a Palazzo Altemps

Forse gli ambienti dipinti e i ricchi rivestimenti marmorei appartenevano alla dimora di Agrippina Maggiore, la madre di Caligola

   

   

di Cinzia Dal Maso

Secondo le antiche fonti, nell’area del Gianicolo si trovavano in epoca romana le residenze private della famiglia imperiale. Quando, durante i lavori del giubileo del 2000 per la costruzione della rampa d’accesso al parcheggio sotterraneo del Gianicolo, adiacente al traforo Principe Amedeo, cominciarono ad affiorare cospicue testimonianze del passato, si ipotizzò il ritrovamento del complesso degli horti di Agrippina Maggiore (14 a.C. - 33 d.C.), che si doveva trovare proprio in quella zona. Anche se lo stato attuale dei lavori non consente di affermare che i reperti corrispondano alla domus della nipote di Augusto e madre di Caligola, la preziosità delle decorazioni architettoniche marmoree ritrovate porta a ritenere che, comunque, esse appartenessero ad una ricca residenza imperiale.

La Soprintendenza Archeologica di Roma ordinò la sospensione dei lavori per avviare uno scavo d’emergenza, che ha messo in luce una serie di ambienti con pitture a fondo bianco su cui compaiono finte architetture e motivi decorativi, come maschere gorgoniche e uccellini appartenenti al II sec. d.C. In due di questi ambienti si rinvenne lo straordinario deposito di materiali marmorei, ordinatamente riposti probabilmente per essere riutilizzati. Si tratta di un insieme omogeneo di circa 500 pezzi che, sulla base delle analisi stilistico-tipologiche, potevano appartenere ad un unico originario complesso edilizio, probabilmente un ambiente di grandi dimensioni databile nell’ambito del I sec. d.C.

Da sabato prossimo, 17 dicembre, fino al 18 aprile 2006, i reperti della splendida domus imperiale affacciata sul Tevere saranno esposti dalla Soprintendenza Archeologica di Roma nella sede del Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps (piazza di Sant’Apollinare 48), nella mostra "I colori del fasto. La domus del Gianicolo e i suoi marmi", curata da Matilde De Angelis d'Ossat, Fedora Filippi e Claudio Mocchegiani Carpano.

L’esposizione vuole restituire l’idea della sontuosità espressa nella realizzazione di un apparato decorativo fastoso attraverso l’impiego di preziosi marmi colorati, non solo accostando capitelli, lesene, cornici e lastre di rivestimento così da rendere anche il cromatismo dell’insieme, ma anche utilizzando la straordinaria opportunità di una mise en scène scenografica sul palcoscenico del Teatro di Palazzo Altemps.

Sarà presente anche una selezione di un centinaio di pezzi, tra cui l’unica sculturafdel deposito, una piccola ma delicata statuetta di Afrodite Charis, la coppia dei grandi e stupendi capitelli di lesena in rosso antico con applicazioni in altri materiali che costituiscono un unicum nel panorama finora noto dell’architettura antica, una serie di elegantissimi capitelli corinzieggianti in marmo bianco e di altri piccoli capitelli figurati con delfini. Ma, forse, l’impatto più emozionante viene da un consistente gruppo di rarissime e meravigliose lastre di alabastro di provenienza orientale, presenti nel deposito in molti tipi differenti. In mostra anche alcuni prestiti di collezioni esterne, opere che confermano la ricchezza con cui erano decorate le domus romane e l’influenza decorativa sui secoli successivi.

Quasi in un circuito virtuoso, i marmi preziosi che le viscere del Gianicolo hanno nascosto per più di duemila anni preservandoli da spoliazioni e reimpieghi, ritornano per la prima volta alla luce a Palazzo Altemps, aprendo un dialogo di grande attrazione con un luogo aulico che meglio non potrebbe rappresentare la continuità culturale dell’arte classica romana. Lo provano sia la sua architettura rinascimentale ricca di marmi pregiati, come il monumentale camino del cardinale Marco Sittico Altemps e la vasca di giallo antico della chiesa di Sant’Aniceto, dono di papa Clemente VIII nel 1617, sia le fastose collezioni di scultura antica che il Museo custodisce, come la statua colossale di Dace della collezione Mattei in marmo giallo e nero o il busto in porfido di Marco Aurelio della raccolta Boncompagni Ludovisi.

La mostra può essere visitata tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 9.00 alle 19.45. E’ corredata da un elegante Catalogo edito da Electa, "Palazzo Altemps – I colori del fasto" (140 pagine, 181 ill. a colori, 10 b/n, 19 euro).


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